Bullizzata al liceo ora scatta foto contro gli abusi. La storia di Taisia Fedele

Scritto il 17/10/2024
da Angela Nicoletti

AGI - “I vigliacchi sono loro, quelli che si nascondono dietro i cognomi altisonanti, dietro professioni importanti dei genitori, per cercare di distruggere chi ritengono possa essere migliore di loro. Perché il motivo per cui il bullo agisce è proprio quello: l'incapacità di essere come la sua vittima che casomai è piena di umanità, di progetti, di buoni sentimenti”. Inizia così il suo racconto Taisia Fedele, artista di 26 anni, con un passato da bullizzata.

La giovane, residente a Cassino, in questi giorni ha dato vita ad una mostra fotografica attraverso la quale racconta la sofferenza patita da adolescente. Studentessa del liceo classico 'Carducci' di Cassino per anni è stata presa di mira dai bulli che l'hanno portata quasi da impazzire. Un tormento che è terminato con l'arrivo della maturità ma che ha lasciato segni indelebili sulla sua anima.

Dopo il liceo ha studiato fotografia e ora gira tutta Europa immortalando il disagio dei giovani e raccontando la sua esperienza. "“Il mio percorso difficile è iniziato quando i miei compagni di classe hanno scoperto la mia iscrizione ad un'app. Hanno iniziato a bersagliarmi di insulti di ogni genere in forma anonima e poi dalle parole sono passati ai fatti - ha raccontato Taisia -. Hanno iniziato a lanciarmi mentre ero in classe, seduta al mio banco, palline di carta intrise del loro sputo e poi ancora insulti, cattiverie, offese. Uno stillicidio quotidiano che mi ha portato all'esasperazione".

"Talmente tanta la cattiveria sopportata per mesi che qualche settimana prima della maturità, sono esplosa - ha proseguito la donna -. Ho trascorso tanti giorni nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Cassino, in una sorta di limbo dove riflettevo e studiavo perché vedevo nella maturità la fine di un incubo. Non ho proseguito gli studi ma ho voluto coltivare la mia più grande passione: mi sono iscritta a una corso biennale universitario di fotografia ed oggi sono qui e attraverso le migliaia di foto che ho scattato in tutta Europa, girando e raccontando la mia storia, cerco di trasmettere un messaggio di speranza, di coraggio, di forza”.